Approfondimento “Piuma” di Roan Johnson


Quali responsabilità?

Il film “Piuma” visto con gli occhi di un’adolescente

 

La parola “Piuma” richiama alla mente una percezione di leggerezza, ma il film ci presenta una realtà che non può essere cambiata - la gravidanza di Cate prima degli esami di maturità – e che richiede assunzione di responsabilità nuove rispetto al contesto adolescenziale. Le relazioni umane che si instaurano, sia del mondo giovanile che del mondo adulto, testimoniano che comunque il mondo va avanti nonostante le nostre difficoltà.

Il film propone diversi schemi di lettura delle situazioni vincolanti e delle loro conseguenze sul piano della realtà: vincolante è la responsabilità della genitorialità che i due giovani sono chiamati a vivere e che non avevano messo in conto; vincolante è il cambiamento dei rapporti amicali in un’estate post maturità che vede sfumare le vacanze in cui divertirsi insieme; vincolante è il dover accettare le limitazioni fisiche imposte dalla condizione di gravidanza di Cate; vincolante è l'evolversi del rapporto tra generazioni, dove i genitori impreparati si trovano a dover gestire le nuove problematiche dei due ragazzi, incapaci di decidere ed in balia degli eventi. Sembra che la realtà schiacci l’esistenza ed il futuro delle persone, non c’è nessuno sguardo verso l’alto; ma allora come fare?

Una scena del film propone una soluzione che sembra indicare un atteggiamento di fuga dalla realtà: nuota semplicemente sopra i problemi reali, non affrontarli di petto, evitali.

Secondo questa prospettiva il film farebbe emergere una valutazione negativa della mia generazione di adolescente ….... c'è un problema? Si evita!

E invece no! ... non credo di appartenere ad una generazione che cerca vie di fuga o scorciatoie per non assumersi le proprie responsabilità! E’ vero, come adolescenti, facciamo fatica ad accettare di essere consigliati perché vogliamo farcela da soli, vogliamo provarci, vogliamo esserci pur nella consapevolezza di poter sbagliare. Sono le situazioni contingenti di difficoltà che di fatto ci consentono di fare un cammino di maturazione, di sperimentare la nostra libertà nel scegliere le strade da percorrere. Non siamo destinati ad essere confinati in una “vasca da bagno” dove tutto è sotto controllo, ma secondo la metafora della vita rappresentata nel film dalle “paperelle” alla deriva in mare aperto, siamo chiamati alla libertà e a solcare così l’intero mare della nostra esistenza. Spetta a noi comunque decidere con quale stile di vita vorremo impegnarci nel mondo, consapevoli che le situazioni vanno affrontate con senso di responsabilità ma anche con quella leggerezza che ci consente di non rimanerne schiacciati, cercando una profonda relazione, fondata sulla capacità di accoglienza e di ascolto, con chi ci sta accanto: è la scelta in fondo che fanno i due ragazzi di accogliere la figlia nonostante le difficoltà. Solo se sapremo assumerci le nostre responsabilità fino in fondo la nostra “scia” potrà diventare un riferimento per chi ci seguirà.

 

Teresa Marocchi (17 anni)

 

Nessun commento:

Posta un commento